Informazioni e storia
La Sicilia è la più grande isola d'Italia e del Mediterraneo, la settima d'Europa, nonché la 45ª isola più estesa nel mondo, bagnata a nord dal Mar Tirreno, a ovest dal Canale di Sicilia, a sud-ovest dal mar di Sicilia, a sud-est dal canale di Malta, a est dal mar Ionio e a nord-est dallo stretto di Messina, che la separa dalla Calabria, con la parte rimanente che è costituita dagli arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi e delle Pelagie, nonché dalle isole di Ustica e Pantelleria. È la regione più estesa d'Italia e la quinta per popolazione (dopo Lombardia, Lazio, Campania e Veneto). Il suo territorio è ripartito in 391 comuni, a loro volta costituiti in tre città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) e sei liberi Consorzi comunali.

"La Sicilia vista dal satellite"
Cenni storici
La Sicilia ha conosciuto una fiorente Preistoria grazie alle popolazioni autoctone e a quelle provenienti dall'Oriente e dal nord Europa, che, alcune mescolandosi alle popolazioni umane presenti, vi innestarono culture eterogenee come quelle di Stentinello, di Matrensa, di Serraferlicchio venute da est, il bicchiere campaniforme e i dolmen da nord-ovest: queste ultime due culture hanno caratterizzato la fine dell'età del rame e gli inizi dell'età del bronzo (2200-1900 a.C.). Alla Sicilia dei Sicani e dei Siculi, si aggiunsero, nella parte occidentale e in età protostorica, gli Elimi, e sempre in questa parte furono fondate dai Fenici colonie ed emporia (cioè luoghi adibiti allo scarico, al deposito e alla vendita di mercanzie), che resero ancora più appetibile questa terra grazie ai prosperi commerci che furono intessuti con tutto il bacino del Mediterraneo. Quest’ultime colline, successivamente, divennero territori di Cartagine. A partire dalla seconda metà dell'VIII sec. a.C., fu la volta delle antiche colonie greche.

L'isola subì periodi di dominio straniero (romani, vandali, ostrogoti, bizantini ed arabi), ma conobbe anche lunghe fasi di proficua indipendenza, come quella vissuta dai sicelioti tra il VI secolo a.C. e il 212 a.C., dall'Emirato di Sicilia (948-1091), e soprattutto ai prodromi del Regno di Sicilia (1130-1816), fondato dal conte siculo-normanno Ruggero II ed evoluzione della Contea di Sicilia, istituita dopo la conquista dei normanni capeggiati dagli Altavilla, nel 1071. A partire dalla prima metà del XII secolo, la Sicilia divenne uno degli Stati più ricchi e potenti d'Europa, esteso dall'Abruzzo all'Africa. Con il matrimonio tra l'imperatore Enrico VI di Svevia e la principessa Costanza I di Sicilia, alla fine del XII secolo, il trono del Regno passò alla Dinastia Sveva. Conclusosi il regno di Federico II e dei suoi figli, la corona dell'isola passò dagli angioini che, comportandosi da tiranni e oppressori anche dal punto di vista fiscale, trasferirono dalla Sicilia a Napoli il centro del regno. Ma nel 1282, all'indomani della rivolta dei Vespri siciliani, l'isola si staccò dalla parte continentale del regno, diventando uno Stato insulare indipendente con la Dinastia degli Aragona, che, tramite il matrimonio di Costanza II di Sicilia con Pietro III di Aragona, mantenne i legami di discendenza sia con gli Altavilla, sia con gli Hohenstaufen (il padre di Costanza, infatti, era il re di Sicilia Manfredi, figlio naturale del re e imperatore siculo-normanno-svevo Federico II, a sua volta figlio dell'imperatore Enrico VI di Svevia e della regina di Sicilia, Costanza I). Tra il XIII e il XV secolo la Sicilia continuò a mantenersi indipendente e ad avere propri re, il più grande tra questi, artefice di una lunga e intensa fase di potenza e sviluppo per l'Isola, fu certamente Federico III di Sicilia che regnò dal 1291 al 1337 e diede alla Sicilia una forma di stato monarchica, parlamentare e costituzionale (un vero unicum nel panorama politico dei Paesi del Mediterraneo) in virtù delle Costitutiones del 1296 che restarono in vigore fino alla Costituzione del 1812.

Successivamente, dal 1412, il Regno entrò in unione personale con i sovrani di Aragona e dal 1516 di Spagna con Carlo V d'Asburgo. In questo lungo lasso di tempo, durato circa 300 anni, il Regno insulare di Sicilia fu governato dai viceré che mantennero intatta la forma di Stato concepita nelle Costitutiones di Federico III del 1296 e salguardarono le prerogative del Parlamento siciliano. Nel XVIII secolo il Regno di Sicilia passò prima ai Savoia (1713-1720) e poi agli Asburgo d'Austria (1720-1734), per poi finire nelle mani dei Borbone nel 1735. Durante i lunghi periodi di unione personale con altri Stati, il Regno mantenne sempre la propria indipendenza formale (e per molti aspetti anche sostanziale), assicurata dal Parlamento siciliano. Tale indipendenza venne però meno nel 1816, anno della fondazione del Regno delle Due Sicilie, e fu temporaneamente restaurata nel breve periodo monarchico-costituzionale (appena quattordici mesi) proclamato dalla Rivoluzione siciliana del 1848 con lo Stato di Sicilia.
Nel 1860 la Sicilia fu la prima regione a far parte del futuro Regno d'Italia grazie ad un plebiscito, avvenuto in seguito alla famosa spedizione dei mille guidata da Giuseppe Garibaldi. Durante la seconda guerra mondiale l'isola conobbe la stagione del Movimento Indipendentista Siciliano. Come conseguenza delle spinte separatiste, anche in questo caso essa divenne la prima regione italiana ad avere uno statuto speciale, infatti, a differenza di quanto avvenuto nelle altre regioni, l'autonomia speciale della Sicilia fu approvata, su basi paritetiche tra Italia e Sicilia, ancor prima della nascita della Repubblica Italiana, mediante un regio decreto del 15 maggio 1946.
Caratteristiche fisiche
La Sicilia è una regione prevalentemente collinare (per il 61,4% del territorio), mentre per il 24,5% è montuosa e per il restante 14,1% è pianeggiante; la pianura più estesa è la Piana di Catania. Il rilievo è vario e, mentre nella Sicilia orientale si può riconoscere nell'Appennino siculo l'ideale continuazione dell'Appennino calabro, la Sicilia centrale e occidentale ospita massicci isolati.
Si trova nelle Madonie la seconda vetta più alta dell'isola dopo l'Etna (3.357 metri), il Pizzo Carbonara (1.979 metri)

I fiumi siciliani sono tutti di portata ed estensione limitata. Quelli appenninici a nord vengono chiamati fiumare, e sono a carattere torrentizio in quanto d'estate sono quasi perennemente in secca. Gli unici corsi d'acqua che raggiungono delle dimensioni apprezzabili sono l'Imera Meridionale, e il Simeto, il maggiore fiume della Sicilia (113 km), che nasce dalla Serra del Re, ancora nei Nebrodi, e, dopo aver costeggiato l’estremo versante occidentale dell’Etna, attraversa la Piana di Catania e sfocia nell’omonimo golfo; la sezione terminale del bacino idrografico è stata dichiarata riserva naturale protetta (Oasi del Simeto). Sfociano, inoltre, nel Mare Ionio il San Leonardo, l’Anapo, il Cassibile e il Tellaro.Nel versante ionico si trova l’Alcantara scorre incassato in profonde e strette gole di roccia lavica (Gole dell’Alcantara) che costituiscono un’interessante attrattiva naturale.

Il clima della Sicilia è generalmente mediterraneo secco, con estati calde e molto lunghe, inverni miti e piovosi, stagioni intermedie molto mutevoli.Lungo le coste, la temperatura media annua è di 17-18 °C, quella invernale di 10-11 °C e quella estiva di 25-27 °C; nelle aree interne, a inverni più rigidi corrispondono estati quasi altrettanto calde, per cui l’escursione termica annua diviene più rilevante
Condizioni economiche
La struttura socio-economica della Sicilia è contraddistinta da elementi di arretratezza che hanno accompagnato le fasi storiche del suo sviluppo e che si riflettono sugli squilibri dei suoi assetti territoriali.Il mercato del lavoro siciliano, nel suo complesso, è quindi contraddistinto da notevoli difficoltà: il numero dei lavoratori precari dipendenti da interventi statali o regionali è elevato, mentre il tasso di disoccupazione permane su livelli più che doppi rispetto alla media nazionale.La superficie agricola utilizzata pone la S. al primo posto nella classifica delle regioni italiane Al regime cerealicolo-estensivo delle aree interne (con il Nisseno e l’Ennese, sino al versante occidentale della Piana di Catania) si deve la produzione di frumento. Quella dell’uva è concentrata nell’area particolare nel Trapanese e a Marsala, nell’Agrigentino e nelle zone collinari dell’area etnea.La coltura degli agrumi (arance, mandarini e limoni) assicura una produzione pari a circa l’80% del totale nazionale, concentrata nel Siracusano, nella Piana di Catania, nel versante meridionale della regione etnea (Paternò), nella costa ionica (Acireale e Riposto) e in altre aree sparse.Altre produzioni agricole presenti in S. sono quelle di ortaggi (la coltivazione in serra – in particolare del pomodoro – avviata nel Ragusano si è estesa ad altre aree), frutta, olive, mandorle e pistacchi. La forma di allevamento più diffusa è quella degli ovini (seconda regione dopo la Sardegna); seguono i caprini e i bovini. La S. occupa il primo posto nella classifica delle regioni per quantità di pescato (450.640 q nel 2006) ed è dotata della maggiore flotta peschereccia, pur se scarsamente ammodernata.

Nonostante la regione non abbia livelli di industrializzazione paragonabili a quelli del Nord Italia, tuttavia presenta complessivamente un apparato industriale più vivace del resto del Sud Italia grazie anche alla presenza dei più grandi stabilimenti del meridione e di numerosi distretti industriali, concentrati nella piana di Gela, nei pressi di Augusta, Siracusa, Milazzo ed Enna (area industriale del Dittaino) con industrie di trasformazione chimica petrolifera, energetica, elettronica e agroalimentare.
Bandiera e stemma
La bandiera siciliana fu adottata ufficialmente con la legge regionale n. 1 del 4 gennaio 2000, precedentemente i simboli ufficiali della Sicilia erano stemma e gonfalone, adottati con la legge regionale n. 12 del 28 luglio 1990. Le origini storiche della bandiera risalgono al XIII secolo. Il vessillo venne utilizzato nella rivolta antifrancese del Vespro Siciliano, scoppiato a Palermo il 30 Marzo 1282. Un momento di rilevanza simbolica della Triscele nella storia della Sicilia si è avuta il 30 agosto 1302 con la costituzione dell'isola in Regno di Trinacria a seguito della pace di Caltabellotta, alla conclusione della guerra del Vespro.La bandiera ufficiale è un drappo bicolore giallorosso con al centro il vecchio simbolo triscelico della Trinacria, esprime diagonalmente il giallo della bandiera civica di Palermo e il rosso della bandiera civica di Corleone, che fu il primo comune siciliano a seguire l'esempio di Palermo nella rivolta contro gli Angioini.
La bandiera al centro riproduce lo stemma della Regione siciliana composto dall'unione di due diversi simboli, la Triscele e il Gorgoneion.

La Triscele, conosciuta comunemente anche come Trinacria o Triquetrasi presenta come la raffigurazione di un essere mitologico con tre gambe. Le sue origini risalgono alla notte dei tempi e sono avvolte nel mistero. Secondo i ricercatori storici si tratta di un simbolo di origine indo-aria che raffigurava il dio del sole nella sua triplice forma di primavera, estate e inverno etrova corrispondenti rappresentazioni in altre antiche civiltà nordeuropee, mesopotamiche e centro-americane.
furono i Greci i primi achiamarla Trinakìa (mutato nel tempo in Trinacria), dalla parola greca: Trinacrios, che significa treis (tre) e àkra (promontori), da cui anche il latino Triquetra (a tre vertici). Le tre gambe rappresentano, infatti, i tre promontori, punti estremi dell'isola: capo Peloro, o punta del Faro a Messina, capo Passero a Siracusa, capo Lilibeo, o capo Boeo, a Marsala. La Triscele, in seguito, fu adottato dai greci come simbolo della Trinacria, che è rimasto un sinonimo per Sicilia. Il simbolo della Trinacria perdette in seguito il suo originario valore solare e ne acquistò uno sacrale in Sicilia, dato il suo valore apotropaico che lo trasformò in una sorta di talismano.
Il Gorgoneion,posto al centro della Triscele è la testa della Gorgone, chiamata anche Medusa,i cui capelli sono serpenti intrecciati con spighe di grano, dalla quale si irradiano le tre gambe piegate all'altezza del ginocchio. Le Gorgoni, secondo la mitologia greca, Erano tre sorelle, Steno, Euriale e Medusa. Di aspetto mostruoso, avevano ali d'oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli e chiunque le guardasse direttamente negli occhi rimaneva pietrificato. La Gorgone per antonomasia era Medusa, unica mortale fra le tre e loro regina, nonché la custode degli Inferi.
La legge stabilisce che la bandiera siciliana sia esposta all'esterno di Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea regionale siciliana, di Palazzo Orleans, che ospita la presidenza della Regione, e in tutti i consigli provinciali e comunali, nelle sedi degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nelle strutture in cui sono costituiti seggi elettorali in occasione delle elezioni per il rinnovo del Parlamento siciliano.
Come raggiungerla
Il sistema delle comunicazioni può contare su una rete stradale di circa 37.000 km, che ha le sue direttrici fondamentali nelle autostrade: Palermo-Catania (A19), con tracciato interno per Caltanissetta ed Enna; Messina-Catania (A18) e Messina-Palermo (A20); Palermo-Mazara del Vallo (A29), con diramazione per Trapani. Scarsamente efficiente, invece, la rete ferroviaria, per l’obsolescenza di quasi tutte le linee. Porti principali sono quelli di Palermo, Catania e di Messina, testa di ponte per i servizi di traghetto con il continente. Notevole il movimento negli aeroporti di Palermo (Punta Raisi) e Catania (Fontanarossa). Il clima, le attrattive naturali, il paesaggio e il patrimonio storico, artistico e archeologico dell’isola determinano un notevole afflusso turistico.

In aereo:
La Sicilia ha tre aeroporti collegati con le principali città italiane ed europee: Palermo, Trapani e Catania. A questi si aggiungono gli aeroporti delle isole di Pantelleria e di Lampedusa, dove, oltre ai voli regionali, atterrano anche alcuni voli nazionali.
In auto:
Dal Nord Italia la Sicilia si raggiunge con la A1 fino a Napoli, a pagamento (esempio: Milano-Napoli 770 km ); da Napoli la A3 porta fino a Villa San Giovanni e Reggio Calabria (497 km; senza pedaggio) dove si trovano gli imbarchi per Messina.
Dal Centro-Sud si può scegliere fra la A1-A3 o la A14 fino a Taranto, e da lì seguire il litorale ionico per poi rientrare verso l’interno all’altezza di Permuta e ricongiungersi con la A3.
In treno:
Il collegamento ferroviario principale è l’Eurostar per Roma o per Napoli, e da qui prendere un treno Espresso o un Intercity per la Sicilia (la durata del viaggio è di circa 11 ore).
Diversi espressi collegano inoltre la Sicilia direttamente con Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze in circa 20 ore. In questo caso il viaggio sarà molto più economico (es.: Milano-Messina) e un po’ più lungo (dalle 15 alle 20 ore).
Infine, numerosi Intercity raggiungono Messina da Roma in circa 8 ore, da Napoli in circa 6. Per quanto riguarda la costa adriatica si può cambiare a Roma, ad esempio provenendo da Ancona, o a Napoli, Caserta o Salerno se si arriva da Pescara; dal nord della Puglia si può passare da Foggia e cambiare a Caserta o a Potenza e Salerno, dal sud si può prendere la linea per Taranto, proseguire per Cosenza e ricongiungersi con la litorale tirrenica all’altezza di Paola.
In nave:
È possibile raggiungere la Sicilia anche via mare. I maggiori punti di riferimento sono i porti di Messina, Palermo, Catania, Augusta, Trapani, Gela e Porto Empedocle ad Agrigento.
Altri più piccoli ma importanti per il turismo sono i porticcioli di Cefalù, San Vito Lo Capo e Pozzallo.
Siti consultati e sitografia
-https://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_IsimbolidellaRegionesiciliana
-https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_Sicilia
-https://www.treccani.it/enciclopedia/sicilia_res-51b7c2ab-973b-11e5-8844-00271042e8d9/
-https://it.wikipedia.org/wiki/Sicilia
-https://it.latuaitalia.ru/regione-in-sintesi/la-sicilia-in-sintesi/